Antichi aforismi


in Frasi & Aforismi (Antichi aforismi)
Infatti, se uno, giunto all'Ade, liberatosi di quelli che qui da noi si dicono giudici, ne troverà di veri, quelli che si dice che là pronunciano sentenza: Minosse, Radamante, Eaco, Trittolemo e quanti altri dei semidei sono stati giusti nella loro vita; ebbene, in tal caso, questo passare nell'aldilà sarebbe forse una cosa da poco?
E poi, quanto non sarebbe disposto a pagare ciascuno di voi, per stare insieme con Orfeo e con Museo, con Omero e con Esiodo? Per quello che mi riguarda, sono disposto a morire molte volte, se questo è vero.
Infatti, per me, sarebbe straordinario trascorrere il mio tempo, allorché mi incontrassi con Palamede, con Aiace figlio di Telamonio e con qualche altro degli antichi che sono morti a causa di un ingiusto giudizio, mettendo a confronto i miei casi con i loro!
E io credo che questo non sarebbe davvero spiacevole.
Ma la cosa per me più bella sarebbe sottoporre ad esame quelli che stanno di là, interrogandoli come facevo con questi che stanno qui, per vedere chi è sapiente e chi ritiene di essere tale, ma non lo è.
Quanto sarebbe disposto a pagare uno di voi, o giudici, per esaminare chi ha portato a Troia il grande esercito, oppure Odisseo o Sisifo e altre innumerevoli persone che si possono menzionare, sia uomini che donne?
E il discutere e lo stare là insieme con loro e interrogarli, non sarebbe davvero il colmo della felicità?
E certamente, per questo, quelli di là non condannano nessuno a morte.
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    in Frasi & Aforismi (Antichi aforismi)
    Io non so quale sia, o cittadini ateniesi, l'impressione che avete provato nel sentire i miei accusatori. Infatti, per poco anch'io non mi dimenticavo di me stesso, così convincente era il modo in cui parlavano. Eppure di vero, per dirla in breve, non hanno detto proprio nulla. Soprattutto una delle molte menzogne che hanno detto mi ha meravigliato, ossia quando hanno affermato che voi dovevate essere circospetti in modo da non lasciarvi ingannare da me, in quanto sono straordinario nel parlare. E che non provassero vergogna dal momento che io li avrei subito confutati nei fatti, non appena vi sarei apparso essere tutt'altro che straordinario nel parlare, questa mi è sembrata la cosa più vergognosa da parte loro. A meno che non chiamino straordinario nel parlare colui che dice la verità. Infatti, se è questo che intendono, allora potrei ammettere io pure di essere un oratore, ma non come intendono loro. Costoro, dunque, come vi ripeto, hanno detto di vero poco o niente. Invece da me voi udrete tutta quanta la verità.
    Però, per Zeus, o cittadini ateniesi, voi non ascolterete da me discorsi ornati con belle frasi e con belle parole, come quelli di costoro e neanche ben ordinati. Udrete, invece, cose dette un po' a caso con le parole che mi capitano. Infatti, sono convinto che sia giusto quanto affermo.
    E nessuno di voi si attenda altro da me.
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      in Frasi & Aforismi (Antichi aforismi)
      Prometeo
      Là! Chi vedo. Lui, il corridore di Zeus, braccio destro del despota, appena arrivato. Senz'altro è qui a riferire fresche notizie.
      Ermes
      Ehi, pozzo di scienza, testardo intestardito, l'hai fatta grossa agli dèi: passare i poteri a chi tramonta in un giorno! Ladro di fuoco, dico a te. Zeus padre comanda: indica di che nozze ti glori, per mano di chi deve cadere il suo impero. E aggiunge: senza giri viziosi, ma svelando fatto per fatto. Non infliggermi doppio cammino, Prometeo. Non è modo, lo vedi, per fare più morbido Zeus.
      Prometeo
      Discorso sublime, davvero. Si sente, mente superba, la tua: da sgherro di dèi. Siete di oggi. Di oggi è il vostro dominio: illusi di vivere in torri sbarrate all'angoscia. Non sono già due i sovrani piombati dall'alto? Coi miei occhi li ho visti. Un lampo, e vedrò anche il terzo, quello che è ora monarca: più umiliato che mai.
      Rabbrividire, io, acquattarmi di fronte a quei giovani dèi? Ti par proprio? Ne manca, anzi, non sarà mai. Tu riprendi la tua strada, spicciati: da me non udrai parola, di quello che chiedi.
      Ermes
      Già una volta, per amore caparbio di te, t'incagliasti tra questi tormenti.
      Prometeo
      Il tuo stare a servizio, il mio sacrificio: non farei cambio mai, imparalo bene.
      Ermes
      Già, meglio il servizio a questa tua roccia, che esser portavoce docile di Zeus padre, immagino.
      Prometeo
      Peccatori superbi così peccano, superbamente!
      Ermes
      Ti scaldi, mi pare, al pensiero di quello che sei.
      Prometeo
      Io, scaldarmi? Vedessi caldo così chi mi odia. Nel numero metto anche te.
      Ermes
      Io? Addossi anche a me la disgrazia che soffri?
      Prometeo
      Semplice. Sono carico d'odio contro gli dèi, tutti. Gente che mi deve favori e invece, tradendo, m'offende.
      Ermes
      Sento che ormai deliri: una febbre non passeggera.
      Prometeo
      Febbre, delirio? Se è delirio esecrare chi t'odia.
      Ermes
      Impossibile reggerti, se fossi tu il fortunato.
      Prometeo
      Aaah, che miseria!
      Ermes
      Ecco parola che Zeus neppure conosce.
      Prometeo
      Il tempo, quel vecchio perenne, insegna di tutto, alla fine.
      Ermes
      Tu ancora però non conosci equilibrio di mente.
      Prometeo
      Purtroppo: non starei a parlare con te, sgherro.
      Ermes
      Nulla hai da dire, vedo, alle richieste del Padre.
      Prometeo
      Al contrario. Che gli sono obbligato, e vorrei ricambiarlo.
      Ermes
      Ti beffi. Per bimbo immaturo m'hai preso.
      Prometeo
      Peggio. Peggio di un bimbo immaturo, più demente, se t'illudi di cavarmi parola di bocca. Zeus non possiede né infamia, né scaltra tortura, da piegarmi a svelare le cose: prima deve farmi cadere di dosso l'offesa dei nodi. Che risponda sferrando vampa infuocata. Sfasci, agiti il cosmo con piume lucenti di neve, coi boati d'abisso. Nulla mi farà inginocchiare, a svelargli la mano capace di gettarlo giù dall'impero.
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