Le migliori poesie inserite da Klara Erzsebet Bujtor

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Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor
- Rottadecollo! - disse un Somarello
ner vedè un'Automobbile a benzina.

- Indove passi tu, nasce un macello!
Hai sbudellato un cane, una gallina,
un porco, un'oca, un pollo...
Povere bestie! Che carneficina!
Che sfraggello che fai! Rottadecollo!

- Non fiottà tanto, faccia d'impunito!
- rispose inviperita l'Automobbile. -
Se vede che la porvere e lo sbuffo
de lo stantuffo t'hanno intontonito.

Nun sai che quanno io corro ciò la forza
de cento e più cavalli? E che te credi
che chi vò fa carriera se fa scrupolo
de quelli che se trova fra li piedi?

Io corro e me ne infischio e nun permetto
che 'na bestiaccia ignobbile
s'azzardi de mancamme de rispetto!

E ner dì ste parole l'Automobbile
ce mise drento tanto mai calore
che er motore, infuocato, je scoppiò.

Allora cambiò tono. Dice: - e mò?
Chi me rimorchierà fino ar deposito?
Amico mio, tu capiti a proposito,
tu solo poi sarvà la situazzione!...

- Vengo - je disse er Ciuccio - e me consolo
che cento e più cavalli a l'occasione
hanno bisogno d'un somaro solo.
Composta martedì 1 giugno 2010
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    Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

    Il vuoto

    Guardo il vuoto
    e non vedo niente,
    nè cielo, nè monti,
    e volar le aquile
    nessuno parla,
    nulla si muove,
    è invisibile l'invisibile,
    come l'anima nel cuore,
    che un vuoto di vita,
    che poco a poco si riempie
    con i nostri sentimenti,
    e ho capito ora
    quant'è bello il vuoto
    a poter riempire
    con i miei sospiri.
    Composta domenica 18 dicembre 2016
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      Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

      Quello che mi resta

      Se potessi fermare il cammino delle ore
      che indietro non può tornare,
      è come lo spostare una roccia,
      e nelle tasche porto solo sogni,
      quelli che mi restano,
      e mi vesto di speranza,
      così come le stelle ricamano gli spazi infiniti,
      e mentre il silenzio cammina a testa bassa,
      i miei pensieri che si intrecciano tra di loro,
      pensiero dopo pensiero,
      provo a immaginare cosa sono io,
      se non fossi quello che io sono,
      e quello che mi resta,
      e il tempo non mi lascia mai senza tic, tac,
      e vedo l'alba con i suoi timidi bagliori
      al lento spegnersi il sole,
      è arrivata l'ora
      che anche io vada a dormire,
      chissà quanti come me,
      che anche questa notte
      hanno provato a fuggire
      da una realtà crudele,
      dove si sentono stranieri,
      per non dare di sé
      a questo mondo misero,
      e tutto quel che ancora
      hanno da dire,
      e quello che dona l'oggi
      senza brivido addosso
      alle emozioni.
      Composta domenica 22 settembre 2019
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        Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

        La nebbia

        Stamani l'aria era gelida,
        poi è calata la nebbia,
        e io mi ritrovai spaventata
        in una bolla grigia,
        parevo sola, e meditai
        chi urterò che come me pensava la stessa cosa?
        Chi sa, quanti eravamo là,
        invisibili,
        preoccupati l'uno dell'altro,
        di non farci male,
        che mai lo facciamo alla luce del sole.
        Composta lunedì 2 febbraio 2015
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