Il dolore è un postino grigio, silenzioso,
col viso asciutto, gli occhi d'un azzurro chiaro,
dalle sue spalle fragili pende
la borsa, il vestito è scuro e consumato.
Nel suo petto batte un orologio
da pochi soldi; timidamente sguscia
di strada in strada, si stringe ai muri
delle case, sparisce in un portone.
Poi bussa. E ha una lettera per te.
Troppo frettoloso è il solitario, nel tendere la mano a colui che incontra.
Il rimpianto riguarda sempre qualcosa
a cui non puoi porre rimedio;
eppure ti aggrappi al pensiero,
come se afferrandoti ad esso potessi
mutare il corso degli eventi!
Invece è necessario accettare
ciò che non può più essere cambiato,
per quanto possa essere doloroso!
È meglio essere feriti dalla verità che consolati da una menzogna.
Una volta aver provato l'ebrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi per terra, continuerai a guardare il cielo.
Ho perso un po' la vista, molto l'udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.
Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
Ci sono tante melodie che vagano nell'aria che devo fare attenzione a non calpestarle.
Ho incontrato per strada un uomo molto povero ed innamorato, portava un vecchio cappello ed un cappotto strappato. L'acqua gli entrava nelle scarpe e le stelle nell'animo.
E mi stupisco se non è questo, quello che si chiama Amore.