Post inseriti da Alido Ramacciani

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Scritto da: Alido Ramacciani
Il tetto dell'uomo

eravamo amore amicizia comprensione
insieme abbiamo percorso
una grossa fetta della nostra vita
abbiamo superato tutte le insidie della vita
lasciandoci scivolare le insidie della natura
ascoltando con l'orecchio libero dall'intendere
ponti di bugie raccontate sull'orlo della scarpata
l'albero delle verità concluse
le cattiverie dell'uomo senza ragione
le frustrazioni dovute all'età che rincorre
pessimo il giorno che abbiamo smontato il palcoscenico
la vita non era una commedia
tutti parlano, tutti dicono, tutti scappano
neanche un plauso di circostanza
noi non vivevamo per questo
delusione che porta a togliersi i sandali
la canne da pesca riposte nello scaffale
per la tranquillità del coregone di lago
vicino a quel camino che bruciava l'appetito
persone riposavano davanti ad una cassa di birra
parlavano di noi e delle nostre cazzate
sarebbe meglio non ascoltare l'uomo che non sa
ciò che è stato è stato
le verità perse tra nebbia e fumo
fumo di quel grande camino
che saziava lo stomaco di chi c'era
il vino con l'arrosto sono in accordo
come Dante e la Divina Commedia
tutto si crea, tutto si distrugge
dopo anni saziati con situazioni di circostanza
non si può dimenticare l'arrosto
l'erba del vicino, nel piatto del ristoro
senza pagare e fare le parti
tutto apparirebbe catalogato, limpido e chiaro
se il gioco valesse la candela
in un attimo le lucciole hanno sopraffatto le candele
quando il vento veniva al ristoro
il cameriere parlava e il commensale ascoltava
vogliamo ascoltare una lingua diversa
di persone che pregano pace e amore
nel ristorante della vita una ciotola di riso
una tenda in cima al mondo
coccolata da piccole bandiere colorate
abbracciate al vento danzano
una favola che non è per bambini
nella confusione senza rispetto
tutto gira e continua a girare
senza dare nessuna precedenza
il potere dell'uomo potente
lancia i dardi senza mirare
la confusione non protegge i bambini
che impauriti dal fumo e dai botti
senza aspettare gli esseri indifesi
come aquile, senza corde salgono la montagna
protetti da quelle persone che mangiano riso
pregando un Dio a noi sconosciuto.
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    Scritto da: Alido Ramacciani
    La morte della speranza

    Il cielo non lasciava trasparire
    La follia dell'uomo rosso
    La piazza risplendeva di
    Di un bianco candido colorato di pace
    Una colomba cantava pace
    Bambini scivolavano sulle ali dell'innocenza
    All'improvviso botti e danze di luci
    Andrei corri, subito a casa
    Papa lasciaci godere dei fuochi artificiali
    Andrei non sono fuochi è la guerra
    Papa, cos'è la guerra, un gioco?
    No! Corri vieni immediatamente a casa
    In fondo alla strada macchine d'acciaio
    Avanzavano girando le teste a comando
    Fumando come camini senza rispetto
    calpestando le impronte delle libertà
    palazzi spazzati dalla scopa di belve ferite
    in balia di idee frantumate dall'incuria dell'uomo
    paesi vissuti con la leggerezza di un aquilone
    la verità che non trova il consenso
    facce consumata da lacrime di donne e bambini
    parole, parole, parole, solo parole
    una bandiera al servizio dello spettacolo
    che sventola sul confine, tra la vita e la morte
    giovani depredati dei loro sogni
    per difendere il potere di un pazzo
    seduto sul trono, ricoperto con la pelle
    di gente innocente e normale
    parlano la stessa lingua
    partorite con amore dalle stesse madri
    suoni senza armonia, rivisitate al significato per paura
    in un frullatore scaduto nel tempo
    comperato alla fiera dell'est
    parole e gesti rifiutati dal galateo
    uomini difendono la morte
    con cerbottane colorate di pace
    fuochi d'artificio dello stesso colore
    minatori che scavano piombo
    case senza numero civico
    in balia di un vento gelido
    strade confuse che hanno perso il passaggio
    facce inespresse
    bagnate da quella pioggia inquinata
    che non rispetta la pace
    un salva capo di latta
    un abito tre misure dalla verità
    scarpe consumate per sfuggire alla sorte
    una bandiera al servizio dello spettacolo
    che sventola sul confine, tra la vita e la morte
    giovani depredati dei loro sogni
    per difendere il potere
    di un pazzo seduto sul trono
    ricoperto di pelle, di gente normale
    tutto mescolato in un frullatore scaduto
    comperato alla fiera dell'est
    parole e gesti rifiutati dal galateo
    clown lanciano con cerbottane
    fuochi d'artificio dello stesso colore
    giacche sdrucite dal fango
    minatori che scavano piombo
    un bambino vecchio
    dentro una camicia da corazziere
    suona scatole di caviale vuote
    la speranza in equilibrio sul filo
    lancia lamenti come lupi feriti
    la notte chiude il sipario
    nascondendo una verità
    invisibile come fantasmi alieni
    ieri e domani non tengono la conta
    la vita è oggi
    l'alcol e il fumo
    non nascondono albe e tramonti
    sono solo un progetto
    per dimenticare qualche ora
    quando il canto del gallo risveglierà la notte
    la follia riaprirà l'infinito luna park
    i clown ricominceranno
    a soffiare le loro cerbottane
    le foglie a grappoli
    cadranno a dispetto delle stagioni.
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