Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Federico
in Poesie (Poesie d'Autore)

Dio dell'alleanza

O Abramo - Colui che entrò nella storia dell'uomo,
desidera, soltanto attraverso te, svelare questo mistero, celato dall'esordio del mondo,
un mistero più remoto del mondo!

Se oggi percorriamo questi luoghi,
da cui, tempo fa, era partito Abramo,
dove aveva udito la Voce, dove si era compiuta la promessa,
solo perché
potessimo fermarci sul limine -
per attingere al principio dell'Alleanza.

Poiché Dio aveva manifestato ad Abramo,
cosa è, per un padre, il sacrificio del proprio figlio - un'immolata morte.
O Abramo - così Dio ha amato il mondo,
che ha consacrato il suo Figlio, perché ognuno, che avrà fede in Lui,
possa attingere alla vita eterna.
- Fermati -
Io porto dentro di me il tuo nome,
il nome - segno dell'Alleanza
che il Verbo Primordiale ha stretto con te,
ancor prima che creasse il mondo.
Ricorda questo luogo, quando andrai via da qui,
luogo che rimarrà in attesa del suo proprio giorno–
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Nelle mie braccia tutta nuda

    Nelle mie braccia tutta nuda
    la città la sera e tu
    il tuo chiarore l'odore dei tuoi capelli
    si riflettono sul mio viso.

    Di chi è questo cuore che batte
    più forte delle voci e dell'ansito?
    È tuo è della città è della notte
    o forse è il mio cuore che batte forte?

    Dove finisce la notte
    dove comincia la città?
    Dove finisce la città dove cominci tu?
    Dove comincio e finisco io stesso?
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Blues in Memoria

      Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
      fate tacere il cane con un osso succulento,
      chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
      portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

      Incrocino gli aereoplani lassù
      e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
      allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
      i vigili si mettano i guanti di tela nera.

      Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
      la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
      il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
      pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto.

      Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
      imballate la luna, smontate pure il sole;
      svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
      perché ormai nulla può giovare.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        La mia bohème (Fantasia)

        I pugni nelle tasche rotte, me ne andavo
        con il mio pastrano diventato ideale;
        sotto il cielo andavo, o Musa, a te solidale;
        oh! Là, là! Quanti splendidi amori sognavo!

        La sola braca aveva un largo buco. - In corsa
        sgranavo rime, Puccetto sognante. E l'Orsa
        Maggiore era la mia locanda. - Lassù
        le stelle in cielo avevano un dolce fru fru;

        le ascoltavo, seduto ai lati delle strade,
        nelle sere del buon settembre ove rugiade
        mi gocciavano in fronte un vino di vigore;

        e, rimando in mezzo ai tenebrosi fantastici,
        come fossero lire, tiravo gli elastici
        delle mie scarpe ferite, un piede sul cuore!
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ora e sempre Resistenza

          Lo avrai
          camerata Kesserling
          il monumento che pretendi da noi italiani
          ma con che pietra si costruirà
          a deciderlo tocca a noi
          non con i sassi affumicati dei borghi inermi
          straziati dal tuo sterminio
          non con la terra dei cimiteri
          dove i nostri compagni giovinetti
          riposano in serenità
          non con la neve inviolata delle montagne
          che per due inverni ti sfidarono
          non con la primavera di queste valli
          che ti vide fuggire
          ma soltanto con il silenzio dei torturati
          più duro d'ogni macigno
          soltanto con la roccia di questo patto
          giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono
          per dignità non per odio
          decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo
          su queste strade se vorrai tornare
          ai nostri posti ci ritroverai
          morti e vivi con lo stesso impegno
          popolo serrato intorno al monumento
          che si chiama ora e sempre
          Resistenza.
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            Scritta da: Francesca Oniram
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Contro l'amore non c'è
            Rimedio alcuno, Nicia,
            né unguento né polvere - io credo - lieve,
            dolce farmaco.
            Da te, persino l'anima mi farei bruciare, persino
            L'occhio, che amo
            Più di tutto
            Mi tufferei da te, ti bacerei la mano
            E bianchi gigli ti porterei
            E il fragile papavero
            Dai petali scarlatti.
            Imparerò a nuotare
            Così saprò perché
            Vi è dolce abitare negli abissi.
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              Scritta da: mor-joy
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Solo una mano d'Angelo

              Solo un mano d'Angelo
              intatta di sé, del suo amore per sé,
              potrebbe
              offrirmi la concavità del suo palmo
              perché vi riversi il mio pianto.
              La mano dell'uomo vivente
              è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,
              è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
              Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
              per il tranquillo pianto del proprio fratello!
              E dunque, soltanto una mano di Angelo bianco
              dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso
              potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
              senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
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                Scritta da: sagea
                in Poesie (Poesie d'Autore)

                Splash

                L'illusione è che tu semplicemente
                Stia leggendo questa poesia.
                La realtà è che questa è
                più di una poesia.
                Questo è il coltello
                Di un accattone.
                È un tulipano
                È un soldato che marcia
                Attraverso Madrid.
                Questo sei tu
                Sul tuo letto di morte.
                Questo è Li Po che ride
                Questo è il circo
                del diavolo.
                E non la stai leggendo
                Su una pagina
                Sottoterra.
                No, non è una dannata
                Poesia.
                È un cavallo
                che dorme.
                Una farfalla dentro
                Il tuo cervello.
                È la pagina che legge
                Te.
                La senti?
                È come un cobra.
                È un aquila affamata
                che sorvola la stanza.
                Questa non è una poesia
                La poesia è barbosa,
                ti fa venire sonno.
                Queste parole ti incitano
                a una nuova
                follia.
                Ti ha toccato la grazia,
                sei stato spinto
                dentro un abbacinante
                regione di luce.
                Adesso l'elefante
                Sogna insieme
                a te.
                La volta dello spazio
                curva e ride.
                Adesso puoi morire
                Tu puoi morire adesso come
                Si doveva morire da uomini:
                grande,
                vittorioso,
                con l'orecchio della musica,
                essendo tu la musica,
                che romba,
                romba,
                romba.
                Composta lunedì 18 luglio 2011
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                  in Poesie (Poesie d'Autore)

                  Il gatto in un appartamento vuoto

                  Morire - questo a un gatto non si fa.
                  Perché cosa può fare un gatto
                  in un appartamento vuoto?
                  Arrampicarsi sulle pareti.
                  Strofinarsi tra i mobili.
                  Qui niente sembra cambiato,
                  eppure tutto è mutato.
                  Niente sembra spostato,
                  eppure tutto è fuori posto.
                  E la sera la lampada non brilla più.

                  Si sentono passi sulle scale,
                  ma non sono quelli.
                  Anche la mano che mette il pesce nel piattino
                  non è quella di prima.

                  Qualcosa qui non comincia
                  alla solita ora.
                  Qualcosa qui non accade
                  come dovrebbe.
                  Qui c'era qualcuno, c'era
                  poi d'un tratto è scomparso
                  e si ostina a non esserci.

                  In ogni armadio si è guardato.
                  Sui ripiani si è corso.
                  Sotto il tappeto si è controllato.
                  Si è perfino infranto il divieto
                  di sparpagliare le carte.
                  Che altro si può fare.
                  Aspettare e dormire.

                  Che lui provi solo a tornare,
                  che si faccia vedere.
                  Imparerà allora
                  che con un gatto così non si fa.
                  Gli si andrà incontro
                  come se proprio non se ne avesse voglia,
                  pian pianino,
                  su zampe molto offese.
                  E all'inizio niente salti né squittii.
                  Composta lunedì 13 febbraio 2012
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