Poesie preferite da Antonio Prencipe

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Scritta da: molly62
Mamma, tre anni ormai son passati
da quando hai disteso le tue ali
e sei volata via.
Ricordi? Era quasi Pasqua;
proprio come ora,
in quella che fu la tua ultima dimora,
io e te, insieme ad aspettare.
La tua forzata allegria
mentre la morte ti camminava accanto.
Ricordi mamma?
A un passo dal cielo guardavamo le stelle;
che belle, e quante in quella sera,
ricordi mamma?
Alcune formavano una croce,
e tu, mammina cara, vedendole,
con due lacrimoni agli occhi mi hai stretto la mano,
e mi hai detto "è l'ora"
un mese in attesa di quell'evento,
cui nulla si può fare,
eppure tu, eroico soldatino,
dritta impettita,
continuavi a sfidare quella cattiva sorte
che ti avrebbe portato via.
Ricordi mamma?
Le tue lacrime ho raccolto,
insieme alle tue risate.
I tuoi racconti, le tue paure, i tuoi rimorsi,
i tuoi rimpianti mi hai affidato,
mi sono persa nei tuoi abbracci,
mi sono scaldata nelle tue carezze.
Ricordi mamma?
Fino alla fine hai lottato,
ma poi le tue ali hai spiegato,
e, con un dolce sorriso sei volata via.
Ora non ho che questo,
i ricordi e un'eredità incommensurabile,
un'amore eterno che, nessuno, neanche la morte
mammina, potrà portarci via.
Composta mercoledì 4 aprile 2012
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    Scritta da: Anna De Santis

    A te Antonio

    La tua anima è stata lacerata come non mai da chi ti aspettavi amore
    il tuo cuore strappato in tutte le sue parti non conosce pace
    il mondo e tutti non ti vedono il vero e quello che hai dentro
    e la rabbia esplode e ti dà tormento
    la vita forse giudicata ingiusta ma quanto resta dentro da questo grande dolore
    quanta emozione riesci a controllare e non vuoi pensare
    ma ti arricchisce ogni spina anche se provoca ferita
    anche se grondi sangue da tutta la tua pelle
    e l'umiliazione affonda la sua lama per quanto il sole t'ama ma con il suo calore rimane un ghiaccio
    e non riesce a scaldare
    ma tu hai il fuoco dentro che riuscirà a scalfire la tua corazza di tristezza che ti sei costruito
    e la finta indifferenza con cui resisti
    ma verrà anche per te un tempo dove avrai un sereno appagamento
    il vento spazzerà da quel cielo grigio che ti accompagna sempre le nuvole che piangeranno con te
    è giusto che anche tu e sai che ti capisco
    un giorno dove vedrai sulla tua vita finalmente un raggio... percorri nel giusto la tua stada e segui la luce con coraggio.
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      Scritta da: Teresa Libroia

      Cos'è che resterà di me su questa terra?

      Cos'è che resterà di me su questa terra?
      Altro non son che pallida luce che s'affieviolisce.
      Altro non son che un papavero mutilato
      dal suo primo Amor,
      un ortensia che, Ahimè, non appassisce.
      Cos'è che resterà di me?
      Il mio volto, il mio principio, la mia scomparsa.
      Mai si darà ascolto alle mie mute parole,
      alle lacrime d'inchiostro, alla stanchezza,
      al dolore, agli affanni che, maligna,
      questa vita ha scaraventato nella mia anima.
      Quanti macigni sul cuore,
      Quante frecce al cuore,
      Quante pugnalate nel cuore.
      Nessuno mai saprà che tutto ciò che
      un tempo mi rese felice, mi ha bruciato dentro.
      Ho ustionate le pareti del cuore
      che vergognoso si ritira,
      malinconico di solitudine e di vita.
      Pauroso di scherni e trappole,
      trema ad una tenera carezza,
      scappa alla nascita di un nuovo tepore,
      folle diventa volente nolente.
      Divento ora come un gracile Soffione che
      esplode splendente nella tempesta bruna
      e implode vita nella quiete morente.
      Composta lunedì 2 maggio 2011
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        Silenzio

        Ho dormito in quella stanza anonima
        che un tempo si nutriva dei nostri sorrisi.
        Con le pareti dipinte dalle tue mani insieme alle mie.
        Una stanza piena delle tue parole
        straziate dalla mie urla dei giorni senza te.
        Ho lavato via le macchie lasciate dagli abbracci
        ho bruciato l'aria che sapeva di te.
        Sul muro fotografie della nostra eternità andata a male
        e nel cuore solo l'eco della tua risata.
        A terra sigarette fumate per riempirmi di fumo nero,
        tossire ed espellere ad ogni colpo il tuo profumo.
        La cornetta del telefono spostata
        occupata dal rimbombo irreale delle nostre voci distanti.
        Quel letto spoglio, strappato dagli incubi assordanti
        che soffocano l'aria.
        E noi, noi che eravamo l'essenza dei sogni
        i colori di un dipinto senza voce.
        Noi che un tempo eravamo libertà, gioia e vita...
        Siamo solo un freddo silenzio.
        Composta sabato 10 settembre 2011
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          Gelo

          Gelo, apatia di un cuore ormai stremato.
          Rassegnazione di un corpo al dolore che lento e costante logora.
          Sorrisi storpiati incorniciano un viso consumato dal ribrezzo
          e la paura in quegli occhi innocenti senza più lacrime da versare.
          Colpa e rassegnazione in quella mente vuota che non sa più sognare,
          mente corrosa da ricordi soffocanti e agonia.
          Lo sguardo basso con le mani giunte a quel grembo profanato che non potrà mai più donar vita.
          Un corpo violato, sporcato da un orrore spregevole
          che vorace si è sfamato del suo candore.
          Svuotata di ogni emozione
          privata della giovinezza, della vita
          giace esanime con occhi vitrei come una bambola di porcellana.
          Composta martedì 3 maggio 2011
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            Scritta da: Anna De Santis

            Anche se

            Anche se qualche volta sembra che il sole non splenda
            anche se pare girare tutto all'incontrario
            e velocemente strappi il calendario
            ed è passato ancora.
            Un anno e poi un altro
            senza trovare il modo per poter cambiare
            senza la forza e senza coraggio
            per poter scappare.
            E intanto tutto scorre lento
            come un fiume ormai chiuso nel suo letto
            senza salite né discesa alcuna... senza lamento.
            Mi ritroverò la neve sui capelli
            e non andrà via scivolando
            si perderà in lacrime
            e guarderò nello specchio chi non riconosco
            chi amava il bosco
            e tutte le paure aveva allontanato
            il lupo... io l'avevo incontrato e combattuto
            poi ti lasci andare
            e senza sogni tenti di arrivare
            ma dentro grida quella voglia ancora
            di osare e di distruggersi da sola
            e non si può fermare ed una corsa ancora verso il mare
            per liberare l'ultimo sogno
            che grida e preme per uscire
            vivere ancora... si... lo voglio fare.
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