Le migliori poesie inserite da Klara Erzsebet Bujtor

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Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor
Morte!
odi i lamenti che risuonano dolenti nella cella della mia vita,
dove sconto la pena della Sorte,
che sopprime la poeta in me,
apri le sbarre e lasciami libera
ed io vo a cercare i miei sogni perduti nella solitudine del carcere.
Non sono contenta di me,
non di altri, veri, consapevoli genti,
indosso tutta la colpa di non vedere chiaro lontano,
so solo sognare, rincorrere illusioni impossibili,
che brillano sublime lontano dall'opaca realtà.
Composta mercoledì 23 marzo 2011
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    Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

    Casa dolce casa

    Casa dolce casa è un rifugio
    nell'immenso,
    è un tetto sotto l'infinito
    e dentro le vecchie mura
    c'è il calore del focolare.
    E c'è la finestra dalla quale affacciarsi al mondo
    e una tavola profumata di pane e di vino,
    e l'acqua pura nella boccia,
    un letto morbido dove distendere e chiudere gli occhi
    mentre la luna con la sua magia
    incanta il sonno
    e le stelle illuminano argentea il volo libero
    della fantasia.
    Composta giovedì 29 ottobre 2015
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      Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

      Perché...

      Madre mia,
      che sei tanto crudele,
      hai chiuso la tua porta con la chiave,
      non ho più possibilità di recuperare il tuo affetto,
      forse non ho mai lo avuto,
      Perché? Domando spesso nelle lunghe notti lacrimose,
      perché non mi hai voluta, amata, essere fiera di me,,
      perché non mi hai accettata come sono,
      come mi hai messo a questo mondo opaco,
      per lasciarmi vivere in colpa,
      in quella colpa, che non ho,
      Madre mia, che sei tanto crudele,
      non c'è più tempo,
      il pendisce dell'arco della nostra vita sta per immergersi nell'infinito,
      dove lo spazio e il tempo si fondono con l'eternità,
      dove le anime disperdono, come il profumo delle rose,
      nel vento.
      Madre, per aver degna di essere chiamata di questo meraviglioso nome,
      sul letto della morte, per un solo istante,
      amami,
      che si riempie d'affetto il profondo vuoto nel mio cuore dolente,
      e potrò morire serenamente.
      Composta sabato 5 giugno 2010
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        Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

        Amore e rabbia

        Da quando sono nata, la corda ombelicale non si è spezzata mai
        è fatta d'amore, che si rafforza nel tempo,
        Lei,
        dolce madre
        è sempre con me,
        nella mia mente, nel cuore,
        nel mio DNA.
        Nel mio sorriso c'è anche il suo,
        in ogni mia lacrima si specchia il suo volto lacrimoso
        in ogni mio respiro, sospiro fa rumore anche il suo.
        Madre mia figlia di Dio,
        con la corda ombelicale mi hai legata all'Universo,
        da dove sono venuta come uno straniero
        a dove ritornerò,
        a casa.

        Da quando sono nata, la corda ombelicale non si è spezzata mai,
        è incatenata al mio destino,
        senza aver altre scelte,
        imprigionata nei miei limiti,
        come spezzare le ali alle aquile,
        obbligata pensare, parlare, fare con il cervello programmato,
        da quell'attimo casuale è stato deciso ogni passo nella mia vita,
        in un corpo fatto per me,
        dove pulsa il mio cuore puro
        liberi pensieri nella mente,
        e da li nasce il poeta,
        ché è in me.
        Composta giovedì 9 settembre 2010
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          Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

          Una perla d'autunno

          Ho visto la prima foglia ingiallita cadere oziosamente,
          con silenzioso crepito svolazza nell'aria tiepida
          prima di cadere per terra e marcire,
          tarda la fretta
          allunga il passaggio dalla vecchiaia alla morte poscia
          con l'agonia placida nel leggero vento,
          che pian piano posa
          sulla soffice erba
          eternamente verde,
          e quest'atto mesto d'autunno
          mi ha donato una perla di saggezza
          per poter morire
          serena.
          Composta mercoledì 15 settembre 2010
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            Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

            Amicizia

            Quella gentil parvenza nella mia vicinanza,
            il beato sorriso della mia vita,
            la creatura della benevolenza,
            figlia della Dea d'amicizia,
            lei,
            amica mia.
            Il suo sguardo sereno posa nei miei occhi,
            solo lei sa ascoltare,
            come il silenzio il rumore del vento,
            solo lei ode i miei sospiri muti, e prova il tremore delle mani,
            tenendo strette strette.
            Non ci sono sbarre e catene di ferro, sforzati doveri,
            false lacrime, promesse dimenticate,
            l'indifferenza micidiale,
            ma qualcosa immensa di buon sentimento,
            donato dal Creatore,
            che ha chiamato,
            "amicizia".
            Composta domenica 24 ottobre 2010
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              Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

              Doppia vita

              Sola,
              seduta sulla riva di splendido lago,
              d'intorno tutto tranquillo,
              e la l'acqua limpida rispecchia cielo e monti,
              e pensai,
              questa mia vita turbolente, fatta di tante avventure vissute,
              nella mia terra
              dove è il cielo brilla azzurro
              e il sole splende magnificamente,
              e i prati verdi lacrimano rugiada,
              e i boschi chiacchierano del mondo
              e sospirano le rocce battute dalle onde agitate del lago

              La bellissima notte avvolgendomi di pace mi consola,
              e lacrimando sospirai,
              sulla sponda del lago Balaton
              dove la mia anima non trova pace
              in questa doppia vita,
              di poesia e
              nostalgia dolente.
              Composta domenica 21 febbraio 2016
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                Scritta da: Klara Erzsebet Bujtor

                Nessuno può fermare il vento

                Nessuno può fermare il vento, che muove le foglie,
                toccare il sole, che dipinge il cielo con girasoli,
                e fermare il cammino delle ore,
                che a volta a volta portano via le passioni,
                e restare nudi davanti alla morte,
                e uniti raggiungere l'infinito,
                dove è sepolto il tempo.

                Chi può fermare il temo, ho chiesto di un saggio,
                mi ha risposto con un timido sorriso,
                e tacito si è allontanato.

                Ora lo so che il tempo
                sono io,
                posso fermarlo,
                di fammi sparire nell'eternità
                dove manca la terra,
                il sole,
                e il vento
                è assente.
                Composta martedì 31 maggio 2016
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