Poesie d'Autore migliori


in Poesie (Poesie d'Autore)

Più felice sono quando più lontana

Più felice sono quando più lontana
porto la mia anima dalla sua dimora d'argilla,
in una notte di vento quando la luna brilla
e l'occhio vaga attraverso mondi di luce

Quando mi annullo e niente mi è accanto
né terra, né mare, né cieli tersi
e sono tutta spirito, ampiamente errando
attraverso infinite immensità.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Nelle mie braccia tutta nuda

    Nelle mie braccia tutta nuda
    la città la sera e tu
    il tuo chiarore l'odore dei tuoi capelli
    si riflettono sul mio viso.

    Di chi è questo cuore che batte
    più forte delle voci e dell'ansito?
    È tuo è della città è della notte
    o forse è il mio cuore che batte forte?

    Dove finisce la notte
    dove comincia la città?
    Dove finisce la città dove cominci tu?
    Dove comincio e finisco io stesso?
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Ballata delle madri

      Mi domando che madri avete avuto.
      Se ora vi vedessero al lavoro
      in un mondo a loro sconosciuto,
      presi in un giro mai compiuto
      d'esperienze così diverse dalle loro,
      che sguardo avrebbero negli occhi?
      Se fossero lì, mentre voi scrivete
      il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
      o lo passate a redattori rotti
      a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

      Madri vili, con nel viso il timore
      antico, quello che come un male
      deforma i lineamenti in un biancore
      che li annebbia, li allontana dal cuore,
      li chiude nel vecchio rifiuto morale.
      Madri vili, poverine, preoccupate
      che i figli conoscano la viltà
      per chiedere un posto, per essere pratici,
      per non offendere anime privilegiate,
      per difendersi da ogni pietà.

      Madri mediocri, che hanno imparato
      con umiltà di bambine, di noi,
      un unico, nudo significato,
      con anime in cui il mondo è dannato
      a non dare né dolore né gioia.
      Madri mediocri, che non hanno avuto
      per voi mai una parola d'amore,
      se non d'un amore sordidamente muto
      di bestia, e in esso v'hanno cresciuto,
      impotenti ai reali richiami del cuore.

      Madri servili, abituate da secoli
      a chinare senza amore la testa,
      a trasmettere al loro feto
      l'antico, vergognoso segreto
      d'accontentarsi dei resti della festa.
      Madri servili, che vi hanno insegnato
      come il servo può essere felice
      odiando chi è, come lui, legato,
      come può essere, tradendo, beato,
      e sicuro, facendo ciò che non dice.

      Madri feroci, intente a difendere
      quel poco che, borghesi, possiedono,
      la normalità e lo stipendio,
      quasi con rabbia di chi si vendichi
      o sia stretto da un assurdo assedio.
      Madri feroci, che vi hanno detto:
      Sopravvivete! Pensate a voi!
      Non provate mai pietà o rispetto
      per nessuno, covate nel petto
      la vostra integrità di avvoltoi!

      Ecco, vili, mediocri, servi,
      feroci, le vostre povere madri!
      Che non hanno vergogna a sapervi
      – nel vostro odio – addirittura superbi,
      se non è questa che una valle di lacrime.
      È così che vi appartiene questo mondo:
      fatti fratelli nelle opposte passioni,
      o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
      a essere diversi: a rispondere
      del selvaggio dolore di esser uomini.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Alle fronde dei salici

        E come potevamo noi cantare
        con il piede straniero sopra il cuore,
        fra i morti abbandonati nelle piazze
        sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
        d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
        della madre che andava incontro al figlio
        crocifisso sul palo del telegrafo?
        Alle fronde dei salici, per voto,
        anche le nostre cetre erano appese,
        oscillavano lievi al triste vento.
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          Scritta da: mor-joy
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Solo una mano d'Angelo

          Solo un mano d'Angelo
          intatta di sé, del suo amore per sé,
          potrebbe
          offrirmi la concavità del suo palmo
          perché vi riversi il mio pianto.
          La mano dell'uomo vivente
          è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,
          è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
          Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
          per il tranquillo pianto del proprio fratello!
          E dunque, soltanto una mano di Angelo bianco
          dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso
          potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
          senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
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            Scritta da: sagea
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Splash

            L'illusione è che tu semplicemente
            Stia leggendo questa poesia.
            La realtà è che questa è
            più di una poesia.
            Questo è il coltello
            Di un accattone.
            È un tulipano
            È un soldato che marcia
            Attraverso Madrid.
            Questo sei tu
            Sul tuo letto di morte.
            Questo è Li Po che ride
            Questo è il circo
            del diavolo.
            E non la stai leggendo
            Su una pagina
            Sottoterra.
            No, non è una dannata
            Poesia.
            È un cavallo
            che dorme.
            Una farfalla dentro
            Il tuo cervello.
            È la pagina che legge
            Te.
            La senti?
            È come un cobra.
            È un aquila affamata
            che sorvola la stanza.
            Questa non è una poesia
            La poesia è barbosa,
            ti fa venire sonno.
            Queste parole ti incitano
            a una nuova
            follia.
            Ti ha toccato la grazia,
            sei stato spinto
            dentro un abbacinante
            regione di luce.
            Adesso l'elefante
            Sogna insieme
            a te.
            La volta dello spazio
            curva e ride.
            Adesso puoi morire
            Tu puoi morire adesso come
            Si doveva morire da uomini:
            grande,
            vittorioso,
            con l'orecchio della musica,
            essendo tu la musica,
            che romba,
            romba,
            romba.
            Composta lunedì 18 luglio 2011
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il gatto in un appartamento vuoto

              Morire - questo a un gatto non si fa.
              Perché cosa può fare un gatto
              in un appartamento vuoto?
              Arrampicarsi sulle pareti.
              Strofinarsi tra i mobili.
              Qui niente sembra cambiato,
              eppure tutto è mutato.
              Niente sembra spostato,
              eppure tutto è fuori posto.
              E la sera la lampada non brilla più.

              Si sentono passi sulle scale,
              ma non sono quelli.
              Anche la mano che mette il pesce nel piattino
              non è quella di prima.

              Qualcosa qui non comincia
              alla solita ora.
              Qualcosa qui non accade
              come dovrebbe.
              Qui c'era qualcuno, c'era
              poi d'un tratto è scomparso
              e si ostina a non esserci.

              In ogni armadio si è guardato.
              Sui ripiani si è corso.
              Sotto il tappeto si è controllato.
              Si è perfino infranto il divieto
              di sparpagliare le carte.
              Che altro si può fare.
              Aspettare e dormire.

              Che lui provi solo a tornare,
              che si faccia vedere.
              Imparerà allora
              che con un gatto così non si fa.
              Gli si andrà incontro
              come se proprio non se ne avesse voglia,
              pian pianino,
              su zampe molto offese.
              E all'inizio niente salti né squittii.
              Composta lunedì 13 febbraio 2012
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